Non mi voglio ingannare, caccio i pensieri per accogliere te.— Giulia Carcasi
Non mi voglio ingannare, caccio i pensieri per accogliere te.
Scrivere è qualcosa di intimo, più intimo del sesso, quello lo si fa incastrato nell'altro, si fa senza studiare il corpo che si ha di fronte, dentro. Scrivere è spogliarsi di fronte a qualcuno, lasciarsi guardare così, nudi e in piedi, pieni di difetti di carne.
Noi donne siamo così, c'illudiamo che tutto dipenda da noi, che bastava spostare una virgola per cambiare il destino.
Se la vita non ti sorride, falle il solletico!
Vorrei che le parole per me non avessero tutta questa importanza, vorrei che non m'incatenassero a chi le dice, a chi le ho dette.
Ancora oggi, dopo la Shoah, l'odio razziale assume la forma insidiosa della diffidenza e del disprezzo fino alla violenza. Contro la viltà e l'egoismo, anche nel nostro tempo, serve il coraggio della verità contro l'inganno, la menzogna, l'infamia.
È frode accettare ciò che non si può pagare.
La nostra diffidenza giustifica l'inganno altrui.
La mente può essere ingannata in modi che il cuore non potrebbe mai.
Non possiamo ingannare la morte ma possiamo farle fare così tanta fatica che quando arriverà a prenderci saprà di avere ottenuto una vittoria altrettanto perfetta della nostra.
Si dimenticano molte cose del proprio passato e le si scaccia di proposito dalla mente: cioè si vuole che la nostra immagine, che irraggia dal passato verso di noi, ci inganni, lusinghi la nostra presunzione noi lavoriamo continuamente a questo inganno di noi stessi.
Dopo tutto, uno non crederà mai ad uno che ha ingannato.
Quando non si vede bene cosa c'è davanti, viene spontaneo chiedersi cosa c'è dietro.
Ingannare chi inganna è un piacere doppio.
Quelli che non devono lavorare chiamano virtù il lavoro per ingannare quelli che lavorano.