Dalla virtù e non dalla malvagità vengono gli onori.
Quanti trascurano la filosofia per dedicarsi alle altre discipline, sono simili ai Proci, i quali mentre desideravano Penelope, se la intendevano con le sue ancelle.
Di molto denaro hanno bisogno quelli che molto spendono; non quelli che dominano i piaceri naturali, ma quelli che sono schiavi di tali piaceri, e coloro che cercano di acquisire onori grazie alla ricchezza e alla magnificenza.
Nulla esiste. Se esiste è inconoscibile. Se è conoscibile è incomunicabile.
Uno che ha perduto le ricchezze o è stato privato del potere o è stato bandito dalla patria, può sempre ritornare in possesso di questi beni; colui che, invece, ha perduto la fiducia altrui, non può più riacquistarla.
Superato il primo choc, l'umiltà è una virtù allegra.
Se vuoi assaporare la virtù, pecca qualche volta.
La virtù non resta mai in incognito, per quanto nascosta, ma manda segni di sé: chiunque ne sarà degno, la recupererà dalle tracce.
Le più grandi virtù sono quelle che sono più utili per le altre persone.
La moderazione è una virtù solo per quelle persone che pensano di avere un'alternativa.
La virtù affascina, ma c'è sempre in noi la speranza di poterla corrompere.
Io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù.
Niente è più amabile della virtù, niente spinge di più a voler bene, se è vero che proprio per la loro virtù e moralità ci sono care, in un certo senso, anche persone che non abbiamo mai visto.
Tutti i vizi, quando sono di moda, passano per virtù.
I piaceri sono mortali; le virtù sono invece immortali.