Non importa che sia "del paradiso", una donna, porta. Importa soltanto che sia una porta. L'angoscia è il muro.
L'uomo non può cambiare, né prendere un'altra strada; può soltanto finire male.
Se si sappia vivere da vinti, lo si è un po' meno.
Un segno di vecchiaia è l'inettitudine a creare aforismi. A settanta e oltre la natura ti ha già dato per morto, ti dà alle pale e agli angeli della reincarnazione. L'aforisma è un'illuminazione spermatica metafisica, tra i quaranta e i cinquanta è la sua età ideale.
Quanti di noi sarebbero naufraghi senza speranza in una notte atlantica, senza le voci che si levano e ci chiamano dai libri.
I corpi li unisce il piacere, le anime la pena.
Considerare la nostra maggiore angoscia come un incidente senza importanza, non solo nella vita dell'universo, ma anche in quella della nostra stessa anima, è il principio della saggezza. Considerare questo in piena angoscia è la saggezza completa.
Le angosce sono come le malattie; vanno accettate: la cosa peggiore che si possa fare è di ribellarvisi.
L'angoscia non vale niente come categoria filosofica. Non è la materia di cui si fa la filosofia, non più di quanto sia quella con cui si fanno gli scafandri.
L'angoscia si trasforma in delirio puro e semplice.
Le angosce della nostra anima sono sempre cataclismi del cosmo. Quando ci arrivano, intorno a noi si perde il sole e si sconvolgono le stelle.
Angoscia. Malattia che si contrae davanti al continuo spettacolo della prosperità di un amico.
L'angoscia vera è fatta di noia.
Quando in sogni opprimenti e orribili l'angoscia tocca il grado estremo, è proprio essa che ci porta al risveglio, con il quale scompaiono tutti quei mostri notturni. La stessa cosa accade nel sogno della vita, quando l'estremo grado di angoscia ci costringe a spezzarlo.
In questo mondo, non c'è che il terrore per difendersi dall'angoscia.
Login in corso...