Solo ciascuno sa che voce ha il suo silenzio.
La Sibilla con bocca delirante dice cose di cui non si ride, non abbellite, non profumate e con la sua voce oltrepassa mille anni per il divino che è in lei.
Non c'è meno eloquenza nel tono della voce, negli occhi e nell'atteggiamento che nella scelta delle parole.
Si scoprono al telefono le inflessioni di una voce che non si distingue finché non è dissociata da un viso in cui si oggettiva la sua espressione.
In questa nostra epoca fragorosa e cartacea, piena di propaganda aperta e di suggestioni occulte, di retorica macchinale, di compromessi, di scandali e di stanchezza, la voce della verità, anziché perdersi, acquista un timbro nuovo, un risalto più nitido.
Non devesi ascoltare la voce del cuore quando essa può nuocere al popolo.
La mia terra è sui fiumi stretta al mare, non altro luogo ha voce così lenta dove i miei piedi vagano tra giunchi pesanti di lumache.
Anche solo immaginare il tuo modo di parlare mi calma. E mi rende felice. Mi scorre nel corpo come una medicina, facendoti gorgogliare dentro di me. Non smettere. Non smettere mai.
La sua voce è calda, grave, eppur delicata. Una voce che talvolta ha strani, profondi accenti femminili, un che di morbosamente femmineo.
Non è la voce che comanda la storia: sono le orecchie.
Un urlo si levò nell'aria vibrante, spegnendosi con una nota acuta, un lacerante lamento che scomparve con il vento, una voce senza corpo che si estinse e fu inghiottita e non si udì mai più in quell'era del mondo.