Siamo tutti uomini del presidente.— Henry Kissinger
Siamo tutti uomini del presidente.
La debolezza ha sempre rappresentato una tentazione ad usare la forza.
Il lato positivo dell'essere una celebrità è che quando annoi le persone, pensano che sia colpa loro.
Se controlli il petrolio, controlli le nazioni, se controlli gli alimenti, controlli i popoli.
La cosa bella dell'essere famosi è che quando annoi le persone, queste pensano che sia colpa loro.
Quello che ogni uomo teme è l'ignoto. Quando questo scenario si presenta si rinuncia volentieri ai propri diritti in cambio della garanzia del proprio benessere assicurata dal Governo Mondiale.
In politica i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti.
Tutte le iniziative politiche anche se positive condotte agli estremi potrebbero produrre del male.
Chiunque prevede in politica il domani eccita la collera di quanti non concepiscono altro che la giornata che passa.
Vittorio Foa all'on. Pisanò in un dibattito televisivo:"Se avesse vinto lei io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della repubblica e parla qui con me".
La sinistra non ha ancora capito che il cambiamento non si fa con quel riformismo illuminato che cala dall'alto le sue ricette di laboratorio, ma si realizza solo con una rivoluzione conservatrice, ben agganciata alle radici, all'identità.
La religione è la vergognosa malattia dell'umanità. La politica ne è il cancro.
"Politica" è ormai una parola che sta a indicare qualcosa di negativo, di sporco, di antiquato, mentre tutto ciò che non è "politica" è buono, giusto, moderno, nuovo, desiderabile.
Lo Stato-centrismo è in crisi. Il mondo va verso una logica policentrica del potere. Nei prossimi decenni il potere non sarà più degli stati nazionali.
Un presidente deve capire la politica per governare, ma può essere eletto anche se ciò non accade.
Non si tratta del fatto se possiamo chiamare assassino il capo di uno stato amico, ma se possiamo chiamare un assassino capo di uno stato amico.