Il bello è il simbolo del bene morale.— Immanuel Kant
Il bello è il simbolo del bene morale.
Forse una rivoluzione potrà sì determinare l'affrancamento da un dispotismo personale e da un'oppressione avida di guadagno e di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare.
Il massimo non esiste, esiste l'essenza di massimo cioè la felicità.
Ciò che noi, preparati dalla cultura, chiamiamo sublime, senza lo sviluppo delle idee morali è per l'uomo rozzo semplicemente terribile.
Opera in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale.
La moralità non è propriamente la dottrina del come renderci felici, ma di come dovremo diventare degni di possedere la felicità.
L'impero della bellezza è tale, che ho inteso un uomo di spirito, al quale si rimproverava il suo attaccamento per una donna molto sciocca, rispondere: "Io non l'ascolto mai; soltanto la guardo parlare".
La bellezza non è altro che la promessa che ognuno di noi ha di diventare se stesso.
Assurdità e bellezza hanno stretti rapporti l'una con l'altra.
Forse una sola legge basterebbe: è permesso tutto fuorché ciò che ferisce la bellezza.
La beltà vostra è così grande, e pura Che 'nvidia, o biasmo in lei loco non trova; Ma però nulla ciò rileva, o giova, Che lo scoglio del cor via più s'indura.
La bellezza promette sempre e non dona mai alcunché.
Che ggran dono de Ddio ch'è la bbellezza! Sopra de li quadrini [quattrini] hai da tenella: Pe vvia che la ricchezza nun dà cquella, E cco cquella s'acquista la ricchezza.
Il criterio della verità è la bellezza.
La bellezza è una promessa di felicità.
Perché chi è bello, non è bello che il tempo di guardarlo, chi è nobile sarà subito anche bello.