Cedo perché son piccino, ma non domando perdono perché ho ragione.
Forse uno dei guai dell'Italia è proprio questo, di avere per capitale una città sproporzionata per nome e per storia, alla modestia di un Popolo che quando grida "forza Roma" allude solo ad una squadra di calcio.
Non c'è alleato più prezioso di un nemico cretino.
Io continuo a professarmi uomo di destra: ma la mia destra non ha niente a che fare con quella 'patacca' di destra che ci governa.
Viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l'urlo non si può fare che urlando.
Il fascismo privilegiava i somari in divisa. La democrazia privilegia quelli in tuta. In Italia, i regimi politici passano. I somari restano. Trionfanti.
Ulrich è alle prese con il suo (e della sua generazione) vuoto di poter essere, con un'apatica rassegnazione.
Nell'amore come nell'attività creativa, la rinuncia è meglio di una cattiva realizzazione.
Una buona dose di rassegnazione è di fondamentale importanza per affrontare il viaggio della vita.
Quando la morte verrà accettiamola indifferenti e lasciamoci condurre dentro il mistero.
La rassegnazione è la posizione più comoda di un infermo che si è rigirato a lungo tra i tormenti per poterla trovare, e così ha finito per stancarsi e, con la stanchezza, ha trovato anche la posizione.
Nulla può essere peggiore della paura che uno abbia rinunciato troppo presto, e lasciato sospeso uno sforzo che avrebbe potuto salvare il mondo.
Chi si rassegna non vive: sopravvive.
Al mondo c'è una sola cosa peggiore dell'uso della violenza, ed è il piegarsi alla violenza.
Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione.
La speranza, al contrario di quello che si crede, equivale alla rassegnazione. E vivere non è rassegnarsi.