Curare la disperazione è in sé al di là della portata della scienza medica.— Irvin D. Yalom
Curare la disperazione è in sé al di là della portata della scienza medica.
È più facile, di gran lunga più facile, obbedire a un altro che comandare a se stesso.
Credete al disprezzo, allo scherno, alla paura, allo scoraggiamento, alla vergogna, al panico, all'odio. Credete pure a tutto ciò. Ma non credete mai all'indifferenza.
La vita non è nulla se non il momento presente, che sta svanendo per sempre.
La disperazione è il prezzo che si paga per l'autocoscienza.
Si può paragonare la vita a un tessuto ricamato, di cui ognuno può vedere il lato esterno nella prima metà della sua esistenza, e il rovescio nella seconda: quest'ultimo non è così bello, ma più istruttivo, poiché lascia riconoscere la connessione dei fili.
Ma che paese è questo dove gli unici che hanno ancora qualche speranza vengono chiamati disperati?
In nessuna epoca le gioie sono state superiori ai dolori quindi in nessuna epoca sarebbe stato bello vivere.
La disperazione e l'ateismo sono una stessa cosa.
Ciò che chiamiamo disperazione spesso non è altro che la dolorosa avidità d'una speranza non esaudita.
La lotta e la ribellione comportano sempre una certa dose di speranza, mentre la disperazione è muta.
In grandi pericoli e quando la speranza è scarsa, i consigli più audaci sono i più sicuri.
Molte persone non pregano, supplicano soltanto.
Poiché la disperazione era un eccesso che non gli apparteneva, si chinò su quanto era rimasto della sua vita, e riiniziò a prendersene cura, con l'incrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro, il mattino dopo il temporale.
La disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile.
Non abbandonatevi alla disperazione. Siamo il popolo della Pasqua, e Alleluia è la nostra canzone.