Curare la disperazione è in sé al di là della portata della scienza medica.
È più facile, di gran lunga più facile, obbedire a un altro che comandare a se stesso.
Non impossessarsi del progetto della propria vita significa fare della propria esistenza un accidente.
La vita non è nulla se non il momento presente, che sta svanendo per sempre.
La disperazione è il prezzo che si paga per l'autocoscienza.
Quando ci manca l'amore non c'è veramente nulla che basti.
Essere rifiutati o respinti può essere estremamente doloroso ma non venire corteggiati o non avere il coraggio di corteggiare causa un'infelicità che con il passare del tempo porta alla disperazione.
Nessun dramma personale è tale da poter essere vomitato in faccia agli altri. Per quelli rimediabili, basta e avanza la commedia. Per quelli irrimediabili, in novecentonovantanove casi su mille è preferibile il silenzio. È più decente.
Si può sopportare qualsiasi verità, per quanto distruttrice sia, purché surroghi tutto, e abbia la stessa vitalità della speranza alla quale si è sostituita.
Non disperarti, non anche per le situazioni che non lo richiedono.
Raramente la disperazione umana conduce alle grandi verità.
La disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile.
L'uomo vuole sempre sperare. Anche quando è convinto di essere disperato.
La disperazione è come quei bambini precoci, che, quando porti via uno dei loro giocattoli, buttano il resto nel fuoco per rabbia. Diventano arrabbiati con se stessi, si trasformano nei loro stessi aguzzini, e vendicano le loro disgrazie sulla loro stessa testa.
Non c'è disperato così povero e impotente, che non sia buono a qualche cosa nel mondo da che è disperato.