Non è la voce che comanda la storia: sono le orecchie.— Italo Calvino
Non è la voce che comanda la storia: sono le orecchie.
I romanzi lunghi scritti oggi forse sono un controsenso: la dimensione del tempo è andata in frantumi, non possiamo vivere o pensare se non spezzoni di tempo che s'allontanano ognuno lungo una sua traiettoria e subito spariscono.
Neppure noi sapevamo d'essere al mondo.
La vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui l'ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l'insieme.
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.
Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.
Due voci possenti ha il mondo: la voce del mare e la voce della montagna.
La voce della vita in me non può raggiungere l'orecchio della vita in te; parliamoci, tuttavia, per non sentirci soli.
La voce dell'opera si è fermata con la Callas, una perfezionista, nel senso che perfezionava i suoi difetti, come tutti i geni. Trovare e cestinare. Di questo si tratta.
Non dobbiamo essere la voce degli altri, dobbiamo spingere gli altri ad avere una voce.
La sua voce è profonda e roca. Una volta ho sentito una delle ragazze dire che aveva la voce di un dio del sesso, ma poiché non ho mai veramente sentito la voce di un dio del sesso, non posso verificare.
Pepsi la voce della nuova generazione? Se deve essere questa la voce della nuova generazione allora sono proprio contento di essere una vecchia scoreggia.
Un pianoforte può essere visto, la voce no: può essere ascoltata, ed è questo il suo mistero. È lo strumento più affascinante che esista, perché noi siamo lo strumento e noi lo maneggiamo per mezzo di sensazioni interne.
Sacra è la voce del popolo.
Basta la sua voce per farmi realizzare che sono solo un pianeta che gira intorno a un sole più grande. Lei.