Lo stile è un modo semplice per dire cose complicate.
I critici giudicano le opere e non sanno di essere giudicati.
Un poeta ha sempre troppe parole nel suo vocabolario, un pittore troppi colori sulla sua tavolozza, un musicista troppe note sulla sua tastiera.
Il Giappone esce dal mare. Il mare l'ha respinto come una conchiglia di madreperla. Il mare conserva il diritto di distruggerlo e di riprenderselo.
Il verbo amare è uno dei più difficili da coniugare: il suo passato non è semplice, il suo presente non è indicativo e il suo futuro non è che un condizionale.
Il limite estremo della saggezza è ciò che la gente chiama pazzia.
In materia di stile, segui la corrente; in materia di principio, rimani saldo come una roccia.
Uno stile casto e lucido è indicativo degli stessi tratti personali dell'autore.
Non esiste un bravo musicista privo di uno stile proprio.
Se uno ha stile o meno, lo si riconosce subito. Il tappeto dev'essere sempre intonato alle palpebre.
Lo stile è una questione di eleganza, non solo di estetica. Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no. È trovare la novità e l'invenzione senza ricorrere alla stravaganza.
Lo stile è anche il frutto di un continuo studio, e si procede pure per sottrazione: cioè osservando i gesti altrui che non ci piacciono, evitando gli esempi negativi che non vogliamo emulare. Ecco perché lo stile s'impara.
La moda passa, lo stile resta.
La verità è interamente e solamente una questione di stile.
Il mio gusto in fatto di cinema è molto eclettico.
Le ricchezze ci permettono di conferire favori, ma per conferirli con proprietà e grazia serve qualcosa che le ricchezze non possono darti.