Nella danza delle vendette è più facile subire che condurre il gioco.
La persona che non vuole o che non può perdonare non riesce facilmente a vivere il momento presente. Si aggancia con ostinazione al passato e, proprio per questo, si condanna a sciupare il presente.
Tutti hanno bisogno di perdonare in certi momenti, per ristabilire la pace e continuare a vivere insieme.
Nel perdono, non ci si limita a non vendicarsi, ma si deve avere il coraggio di andare alla radice delle tendenze aggressive deviate, per estirparle.
La vendetta è in qualche modo una giustizia istintiva che proviene dagli dèi primitivi dell'inconscio. Essa mira a ristabilire un'uguaglianza basata sulla sofferenza inflitta in modo reciproco.
Ecco un grande imbecille al quale vien tolta la sua bella di sotto al naso, e si contenta di piangere e di lamentarsi come un ragazzo: nonostante abbia occhi fulminanti come gli spagnoli, i siciliani e i calabresi, i quali sanno vendicarsi così bene.
La vendetta che sopravvive alla morte dell'essere odiato, che non è mai sazia, causa un tetro spavento.
La pellicola coniuga la morte di un'anima perdutasi e l'amore, che continua con la nascita dei due figli. Non c'è sangue, c'è piuttosto la lava rossa dell'inferno del Male, che arma gli uni contro gli altri.
La malattia è la vendetta della natura per aver violato le sue leggi.
L'aforisma è genio e vendetta e anche una sottile resa alla realtà biblica.
Gli uomini creano spesso mode aberranti per vendicarsi delle donne.
Se mi tiri un cazzotto, ti tiro un cazzotto. Non credo sia bene per la propria dignità fare il sacco da pugile.
Chi taglia la pianta, quella si vendica con la sua ruina.
Vivere bene è la miglior vendetta.
Voltare pagina è la vendetta migliore.