Bisogna amare le persone nella loro depressione. È il modo migliore per aiutarli ad uscirne. Quindi, la prima cosa da fare per aiutare una persona è iniziare a cambiare noi stessi.
L'Amore non è fare cose straordinarie o eroiche, ma fare cose ordinarie con tenerezza.
Con la nostra capacità di amare sono risvegliate anche la nostra vulnerabilità e sensibilità più profonda.
Il depresso è uno che non riuscendo a porre freno alla propria infelicità ne rimane a lungo sopraffatto.
In Italia il quattordici per cento della popolazione soffre di depressione clinica.
La depressione è una malattia democratica: colpisce tutti.
Non sono un tipo che si deprime, ma, se succede a tutti, capita anche a me.
Ci sono un sacco di modi per sentirti depressi ma c'è solo un modo per essere a proprio agio ed è smettere di correre in cerca della felicità. Se ti metti in mente di non essere felice non c'è ragione perché tu non debba avere dei momenti discretamente buoni.
Il punto non è raccogliere l'opinione del mondo come una stella polare che ci guidi, bensì di andare ognuno per la propria strada, nella vita e nel lavoro, senza essere depressi dal fallimento né sedotti dagli applausi.
C'è qualche distesa sabbiosa nei deserti d'Arabia, qualche desolato scorcio tra le rovine della Palestina, che possa respingere lo sguardo e deprimere lo spirito più dello spettacolo di una città della provincia inglese in via di sviluppo?
Soffrire di depressione vuol dire non desiderare più nulla, non avere la forza di cambiare. Ci sentiamo soli anche in mezzo agli altri, che spesso non comprendono la nostra sofferenza. Siamo incapaci di amare e nello stesso tempo abbiamo un disperato bisogno di affetto.
Ecco più o meno a che punto siamo. Una sorta di bivio, di incrocio dei cammini fra l'idiozia e la depressione, fra un avvenire di imbecilli felici o di intellettuali depressi.
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