I vecchi amici sono i migliori. Re Giacomo era solito chiedere le sue scarpe vecchie: erano le più comode per i suoi piedi.

John Selden
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La nostra interpretazione

Nelle relazioni umane esiste un valore che cresce con il tempo e con l’abitudine reciproca: la confidenza che nasce dalla lunga frequentazione. Gli amici di lunga data sono paragonabili a qualcosa di consumato ma perfettamente aderente alla propria persona, come un oggetto che ha preso la forma del corpo e non crea più attrito. Non sono necessariamente perfetti, né privi di difetti, ma risultano familiari, prevedibili, rassicuranti. In loro non c’è il bisogno continuo di spiegarsi, di dimostrare, di impressionare. Il passato condiviso diventa una sorta di linguaggio comune, fatto di ricordi, errori superati e piccole complicità che nessuno dall’esterno può imitare. Questo tipo di legame mette in secondo piano il fascino della novità a favore di ciò che resiste e accompagna nel tempo. Relazioni nuove possono essere brillanti e affascinanti, ma non possiedono ancora quella naturalezza che permette di essere se stessi senza difese. La metafora del conforto e della comodità evidenzia quanto la fiducia maturata negli anni dia una sensazione di riparo: con certi amici ci si sente al proprio posto, senza dover indossare maschere o ruoli. In un mondo che spesso celebra il cambiamento continuo, queste presenze stabili ricordano l’importanza di ciò che resta, di chi ha attraversato con noi stagioni diverse e continua a essere fonte di equilibrio e autenticità. Gli amici di lunga durata diventano così una sorta di casa emotiva in cui tornare, soprattutto nei momenti di incertezza.

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