La religione ci rende inadatti ad ignorare la nullità e ci butta nel lavoro della vita.— John Updike
La religione ci rende inadatti ad ignorare la nullità e ci butta nel lavoro della vita.
Il primo respiro dell'adulterio è il più libero; dopo, si sviluppano delle costrizioni che scimmiottano il matrimonio.
Il matrimonio è un tentativo di mettersi in salvo in un mondo dove non esiste salvezza.
Un maschio sano, adulto, noioso, consuma ogni anno una volta e mezzo il suo proprio peso in pazienza altrui.
I sogni si realizzano; senza questa possibilità, la natura non c'inciterebbe a farne.
C'è la vita che viviamo, e poi ai lati spazi immensi in cui non si mette mai piede.
Il più profondo equivoco della religione: "gli uomini malvagi non hanno religione".
Non combattere mai con la religione, né con le cose che pare dependino da Dio; perché questo obietto ha troppa forza nella mente degli sciocchi.
La religione è un mezzo di sfruttamento impiegato dal forte contro il debole. E' un mantello fatto di ambizione e ingiustizia.
La persecuzione di chi la pensa diversamente è soprattutto monopolio del clero.
C'è chi crede nella religione e chi invece religiosamente crede nel non crederci.
È religione anche non credere in niente.
La religione consiste in una serie di cose che l'uomo medio pensa di credere e di cui desidererebbe essere certo.
Tutte le preghiere, le orazioni e le messe che i monaci e gli altri preti potrebbero dire, non servono a nulla, e valgono solo a far guadagnare danaro a coloro che le dicono.
La religione è l'effetto placebo dell'anima.
La religione è nulla. Vivere religiosamente è tutto. Ciò che intendo per vivere religiosamente è ciò che pensavano i profeti, ciò che Gesù pensava: fare ciò che è giusto, dire la verità, amare il prossimo tuo come te stesso. Questo è tutto.