La religione è l'oppio dei popoli.— Karl Marx
La religione è l'oppio dei popoli.
La tradizione di tutte le generazioni passate pesa come un incubo sul cervello dei vivi.
Lo scrittore deve guadagnare per vivere e scrivere, ma non deve vivere e scrivere per guadagnare.
Ha mutato le classi politiche in classi sociali, in modo che, come i cristiani sono eguali in cielo e ineguali in terra, così i singoli membri del popolo sono eguali nel cielo del loro mondo politico e ineguali nell'esistenza terrestre della società.
Eppure, tutta la storia dell'industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni, lavora senza scrupoli e senza misericordia per precipitare tutta la classe operaia a questo livello della più profonda degradazione.
L'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perché, a considerare le cose da vicino, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione.
Dopo essere venuto a contatto con un uomo religioso, sento sempre il bisogno di lavarmi le mani.
L'abolizione della religione come felicità illusoria del popolo è necessaria per la sua felicità reale.
Se oggi i popoli civili più non credono che il sole, ogni sera, si tuffi nell'oceano, non è certo merito della religione.
La religione cattolica è un'istruzione a elemosinare il cielo, visto che sarebbe troppo incomodo guadagnarselo. I preti sono gli intermediari di questa elemosina.
Non esiste alcuna religione naturale: le religioni, tutte, sono prodotti artificiali.
Di tutte le tirannie che affliggono l'umanità, quella religiosa è la peggiore. Tutte le altre forme di tirrannie sono limitate al mondo in cui viviamo, mentre questa cerca di estendersi nell'oltretomba e di perseguitarci per l'eternità".
In breve, chiunque accetterà di consultare il buon senso sulle credenze religiose, si accorgerà facilmente che tali credenze non hanno alcun solido fondamento; che ogni religione è un castello in aria.
Una religione è tanto meno vera quanto più è nazionale, cioè mista a scorie.
La religione può venir paragonata ad uno che prende per mano un cieco e lo guida dove questi non può vedere, nel qual caso l'essenziale è che il cieco raggiunga la propria meta, e non ch'egli veda ogni cosa.
La religione è un'illusione che trae la sua forza dalla condiscendenza ai nostri moti pulsionali di desiderio.