L'ideologia dominante è sempre stata l'ideologia della classe dominante.
L'abolizione della religione come felicità illusoria del popolo è necessaria per la sua felicità reale.
Quel che contraddistingue il comunismo non è l'abolizione della proprietà in generale, bensì l'abolizione della proprietà borghese.
Da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni.
Il potere statale moderno non è che un comitato che amministra gli affari comuni di tutta la classe borghese.
Ogni goccia di rugiada nella quale si rifletta il sole brilla in un gioco infinito di colori, ma il sole spirituale dovrebbe generare un solo colore, e cioè il colore ufficiale, senza tenere conto dei tanti individui, dei tanti oggetti nei quali l'uomo si riflette.
Il grande malanno del nostro tempo si chiama ideologia e i portatori del suo contagio sono gli intellettuali stupidi.
Tutte le ideologie servono a velare e a sopportare l'intollerabile tragicità della vita nuda, con la quale non è il caso di civettare e che è bene far finta di ignorare.
Nella loro pretesa di spiegazione totale, le ideologie hanno la tendenza a spiegare non quel che è, ma quel che diviene, quel che nasce e muore.
Le ideologie sono la maschera con cui si fa la politica, per celarne le asprezze e inseguire il consenso.
La carne in scatola americana la mangio, ma le ideologie che l'accompagnano le lascio sul piatto.
La peggiore ideologia è quella inconsapevole di essere tale e che si traveste, ai propri occhi, in immagine fedele e diretta della realtà.
Non si può dubitare di un'ideologia appena scelta.
L'ideologia ha lasciato l'impronta sullo stesso sofà sul quale sono seduto.