Sono venuto al mondo cantando, dopo la prima sberla ricevuta dal dottore.
Il compito di un dottore è guarire i pazienti, il compito di un cantante è cantare. L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede.
Io ho smesso di cantare senza accorgermi e senza volerlo coscientemente. Non ho preso nessuna decisione. Un giorno mi son detta: adesso non accetto più impegni per un po'. Mi voglio riposare.
Non mi sono mai venduto. Anche se mi volevano comprare in tanti, e ricchi. Niente di male: inviti a casa, a cantare per gli amici. Ma io le trovavo offerte offensive. A Milano conosco meglio Quarto Oggiaro dei salotti.
La percentuale di incidenza della dote naturale è molto bassa. Per cantare ci vuole anche la voce, ma è l'uso che se ne fa quello che conta.
Una legge che permetta di cantar canzoni non c'è.
Il mio sogno resta quello di cantare in inglese. Vorrei fare musica black con pezzi inediti.
Il popolo d'Italia non canta più. Non vi sembra questa la più grande sciagura nazionale?
L'unica cosa migliore del canto è cantare ancor di più.
I fans sono quelli che ti danno la voglia e il coraggio di salire su un aereo e andare a cantare dall'altra parte del mondo.
Ho iniziato a cantare quando ho cominciato a parlare. Parlavo e cantavo. Mi pettinavo e cantavo. A cinque, sei anni aprivo la porta di casa e, se lì davanti c'era un gruppo di ragazzini, io mi mettevo a cantare.