Perché viaggio?— Lev Tolstoj
Perché viaggio?
Dite che io non sono libero. Ma io ho alzato e ho abbassato un braccio. E chiunque capisce che questa risposta illogica è un'incontrovertibile dimostrazione della mia libertà.
La saggezza nelle faccende della vita non consiste, mi sembra, nel sapere che cosa bisogna fare, ma piuttosto nel sapere che cosa bisogna fare prima e che cosa dopo.
La vita è indistruttibile, al di là del tempo e dello spazio.
Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice in altri.
Lo scopo della vita, la sua vocazione è la gioia.
Cambiano cielo, non animo, coloro che corrono al di là del mare.
Non c'è bisogno di andare in India o altrove per trovare la pace. Scoprirai quella pace profonda del silenzio proprio nella tua stanza, nel tuo giardino o anche nella tua vasca da bagno.
La conclusione di tutte le nostre ricerche sarà di arrivare dove eravamo partiti e di conoscere il posto per la prima volta.
Vorrei vivere diverso in paesi lontani. Vorrei morire altro fra bandiere sconosciute.
L'uomo nella strada è sempre uno straniero.
L'unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.
Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un'altra.
Uno dei motivi più belli del viaggio è la condivisione.
Nell'ombra della notte si ritorna soli. È l'ora che preferisco per viaggiare in bicicletta, al raggio delle stelle su la strada vuota, per la bianchezza della quale l'occhio vede da lungi sicuramente. Dove si corre?
Non si arriva mai tanto lontano come quando non si sa più dove si va.