Sono dei bei rompicoglioni, i filantropi.
La vanità intelligente non esiste. È un istinto. Non c'è uomo che non sia prima di tutto vanitoso.
Dalla prigione ci esci vivo, dalla guerra no. Tutto il resto, sono parole.
L'amore è come l'alcool, più sei impotente e sbronzo e più ti credi forte e scaltro, e sicuro dei tuoi diritti.
Mai, o quasi, chiedono il perché gli umili, di tutto quel che sopportano. Si odiano gli uni gli altri, e tanto basta.
Siamo per natura così superficiali, che soltanto le distrazioni ci possono impedire davvero di morire.
Le persone dall'animo filantropico perdono il senso dell'umanità. È la caratteristica che li contraddistingue.
La filantropia è quasi l'unica virtù sufficientemente apprezzata dagli uomini. Non solo, è grandemente sopravvalutata: e chi la sopravvaluta è il nostro stesso egoismo.
I tempi della filantropia sono i tempi in cui si mettono dentro i mendicanti.
Filantropo. Vecchio signore ricco e solitamente calvo, che si è allenato a fare un ghigno ogni volta che la coscienza gli rimorde il portafoglio.
I filantropi perdono ogni senso di umanità: è la loro caratteristica distintiva.
La filantropia [...] è la religione dei rivoluzionari con la polizza di assicurazione. E poi [...] con la filantropia e l'intelletto rivolto a sinistra s'incassano miliardi.
Troppo spesso il filantropo circonda l'umanità delle proprie miserie trascorse, come di un'atmosfera, e questo egli lo chiama "pietà".