Quello che è cibo per un uomo è veleno per un altro.— Lucrezio
Quello che è cibo per un uomo è veleno per un altro.
Come non vedere che null'altro la natura ci chiede con grida imperiose, se non che il corpo sia esente dal dolore, e nell'anima goda d'un senso gioioso sgombra d'affanni e timori?
La goccia scava la pietra.
La vita è una lunga battaglia nelle tenebre.
Poiché l'universo, oltre i limiti di questo nostro mondo, è infinito, la mente vuole sapere che cosa vi sia al di là, fin dove essa riesce a spingersi con la sua intelligenza.
È proprio di uno stomaco viziato assaggiare molte cose: la varietà di cibi non nutre, intossica.
Vuoi disprezzare il piacere del cibo? Guarda che fine fa.
Radicchio o bistecca, viviamo della morte degli altri.
La lattuga è come la conversazione: deve essere fresca e croccante, e così brillante che a malapena si noti il suo retrogusto amaro.
Cavolo: ortaggio familiare ai nostri orti e alle nostre cucine, grosso e saggio all'incirca quanto la testa di un uomo.
Che il tuo cibo sia la tua unica medicina.
Dio fece il cibo, ma certo il diavolo fece i cuochi.
Non mangio mai ostriche. Il cibo mi piace morto. Non malato, né ferito, morto.
Per essere certi di venir accolti con favore dagli uomini, è meglio offrire loro del cibo per lo stomaco che per la mente.
Le verdure sono interessanti ma mancano di senso se non accompagnate da un buon pezzo di carne.