Sindacato Scrittori? Prudente starne fuori. Molti sono gli Iscritti e pochi gli Scrittori.
Scheletro, uomo delle tenebre, resuscitato e insieme morto irreparabilmente, doppiamente esperto di morte, rifiutato dal tempo, autore di libri inesistenti, sbagliati, impossibili, io, lo scrittore.
Come gli scrittori diventano più numerosi, è naturale per i lettori diventare più indolenti.
Ci sono autori che scrivono con luce, altri con sangue, con lava, con fuoco, con terra, con fango, con polvere di diamante ed infine quelli che scrivono con inchiostro. Sventurati, con inchiostro, semplicemente.
Il dovere dello scrittore è contemplare l'esistenza, non dissolversi in essa.
Lo scrittore deve adescare, non deve raccontare niente, non ha nessun compito di trasmettere verità.
Pochi autori di questo secolo insegnano come Musil che l'unica dimensione dello scrittore è quella della verità.
Lo scrittore deve darsi intero, soltanto a traiettoria conclusa si potrà giudicare in che punto di essa si è messo meglio a fuoco.
Uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mollato.
Lo scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine.
Si dovrebbe considerare uno scrittore come un malfattore, che solo in rarissimi casi merita l'assoluzione o la grazia: questo sarebbe un rimedio contro il dilagare dei libri.