La felicità è un prolungamento, una moltiplicazione di noi stessi.
Credere che l'amicizia esista è come credere che i mobili abbiano un'anima.
Di solito si detesta chi ci assomiglia, e i nostri stessi difetti visti dal di fuori ci esasperano.
Riceviamo dalla nostra famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui moriremo.
Che il denaro non abbia colore è falso. Un modo nuovo di guadagnarlo restituisce un'aria di nuovo alle monete a cui l'uso ha tolto il lustro.
La medicina è un compendio degli errori successivi e contraddittori dei medici.
L'unica cosa senza mistero è la felicità, perché si giustifica da sé.
Non abbiamo il tempo di essere noi stessi. Abbiamo solo il tempo di essere felici.
Così non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e preparandoci sempre a essere felici è inevitabile che non lo siamo mai.
Poiché gli uomini non sono riusciti a guarire dalla morte, dalla miseria e dall'ignoranza, hanno deciso di essere felici non pensandoci.
Gli uomini, in fondo, sanno benissimo che la felicità è un sogno, e nulladimeno, non paghi di serbarne in cuore il desiderio e la speranza, vogliono di questa speranza e di questo desiderio fare un diritto.
Esercitare liberamente il proprio ingegno, ecco la felicità.
È impossibile rinunciare alla felicità, si può solo se non la si è mai conosciuta.
Le regole fondamentali per raggiungere la felicità sono queste: non maledirsi o disprezzarsi e non essere arrabbiati contro gli altri o contro l'universo. Questi rappresentano i due ostacoli principali.
La ricerca della felicità è più importante del bisogno di dolore.
La nostra felicità non dipende soltanto dalle gioie attuali ma anche dalle nostre speranze e dai nostri ricordi. Il presente si arricchisce del passato e del futuro.