Nella mia storia di regista c'è, non so perché, la propensione all'azzardo.— Mario Martone
Nella mia storia di regista c'è, non so perché, la propensione all'azzardo.
Per me il teatro musicale è stata una scoperta tardiva che mi ha aiutato a far tornare nel mio lavoro un rapporto con la musica, con la dimensione visivo-temporale, che era quella che contraddistingueva i miei inizi.
Provare è il primo passo verso il fallimento.
Io non sono nata uccello, sono nata grillo: ho volato a metà, sono stata un attimo in aria e l'attimo dopo a terra, mezzo salto e mezzo volo. Meglio così, non bisogna fare l'abitudine al cielo.
Ciò che l'uomo osa, io oso.
È molto meglio osare cose straordinarie, vincere gloriosi trionfi, anche se screziati dall'insuccesso, piuttosto che schierarsi tra quei poveri di spirito che non provano grandi gioie né grandi dolori, perché vivono nel grigio e indistinto crepuscolo che non conosce né vittorie né sconfitte.
Chi non rischia, non beve champagne.
A volte dobbiamo fuggire nelle solitudini aperte, nell'assenza di scopi, nella vacanza morale consistente nel correre puri rischi, per affilare la lama della vita, per saggiare le difficoltà ed essere costretti a sforzarsi disperatamente, vada come vada.
Ogni artista deve mettersi alla prova con nuove forme espressive.
La maggior parte di noi si sporgono in avanti, avanzando dolorosamente, metro per metro, i veri creativi si paracadutano dietro le linee nemiche.
Il coraggio era anche quello. Era la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.
È duro fallire, ma è ancor peggio non aver mai provato ad avere successo. In questo mondo non otteniamo niente senza sforzi.