I cantanti non sono quasi mai antipatici, perché quasi sempre sono ridicoli.
La fede in Dio si può averla senza saperlo. Anzi, forse, la si ha solo quando si crede di non averla. La fede si dimostra nell'azione.
L'artificio, sempre, è alla base del cinematografo. Ma non bisogna prendere questa parola in cattivo senso. Se i risultati sono buoni, l'artificio è, senz'altro, sinonimo di arte.
C'è il pettegolezzo, di cui si dice tanto male; ma che in fondo è la base della carità, dell'interesse per il prossimo.
Il denaro, e il lavoro: nei casi migliori, l'arte: ecco che cosa troverete in fondo alla società cinematografica. Null'altro.
La tecnica vocale è una ed una soltanto. Le altre non sono tecniche, sono metodi di canto sbagliati.
Quando un cantante è famoso lo si deve ai suoi pregi ma anche ai suoi difetti, quei difetti che agli occhi del pubblico sono divenuti qualità peculiari, un tratto distintivo di una personalità artistica ormai ben definita.
Cantare è più che ricordare, più che vivere, più che sognare.
E cantando le sue canzoni le storie di sangue le storie d'amore anche se lui non c'è più ha lasciato al paese un po' del suo cuore.
Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare, godo molto di più nell'ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare.
È impossibile sperimentare la morte di qualcuno obiettivamente e nel contempo cantare accuratamente una canzone.
Non credo nelle lezioni di canto: o sei capace di cantare o non lo sei.
Una volta pensavo che i libri si facessero così: arriva un poeta, lievemente disserra la bocca, e di colpo comincia a cantare il sempliciotto ispirato: di grazia!
Dio, sto cantando proprio come Bob Dylan! Devo avere un pesce in bocca.
Sognare la vita, vivere un sogno, cantare per non vivere niente.