Conformismo. È la peggiore delle retoriche: la più torbida e vile. E per molti è un sistema, anzi una professione: diciamo pure un mestiere. Un mestiere comodo.
L'amore, quando si fa universale, diventa disfattismo.
Sentiamo tutti, in modo assiomatico, quanto è più eroico operare per l'onore che non per la paura dell'aldilà: cioè servire a una legge interna invece che a un potere che ci sovrasta.
Dimenticare. È spesso utile quanto il ricordare.
Giuste nozze. Il matrimonio, così per l'uomo come per la donna, può essere un approdo o un naufragio. Il curioso si è, che lo sanno dopo, che cosa è stato.
La grandezza, di un uomo o di un popolo, non è colorita, sonora, applaudibile, rapida: è una cosa intensa, lenta; si nutre di silenzio e di tempo.
Il conformista è uno che sfoggia le opinioni che non ha.
Chi si conforma alla consuetudine passerà sempre per un uomo onesto. Si chiamano persone per bene quelle che si comportano come gli altri.
Il conformismo unisce gli uomini che l'originalità divide.
La vita ha senso solo se si vive "contro". Il conformismo uccide la creatività e finisce per annientare l'uomo.
Il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico dello sviluppo.
Il conformismo è la scimmia dell'armonia.
Il conformismo non ama le realtà vere, né gli spiriti creativi, ma solo nomi e consuetudini.
La virtù più ricercata è il conformismo. La fiducia in sé stessi ne è la piena antitesi.
L'uomo è sempre stato conformista. La caratteristica principale dell'uomo è quella di conformarsi a qualsiasi tipo di potere o di qualità di vita trovi nascendo.
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