La cosa che più conta di un viaggio è non smettere di viaggiare.
Quando raccontiamo di ciò che verrà, raccontiamo di quello che è stato, e più ci azzardiamo in avanti, più scaviamo nel remoto.
Abituarsi a fare per conto proprio, questo è il lavoro dell'orfano.
Possiamo amare solo chi incontriamo, e dunque sono i nostri piedi che scelgono chi ameremo.
Viaggiare insegna lo spaesamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita, anche a casa propria, ma essere stranieri fra stranieri è forse l'unico modo di essere veramente fratelli. Per questo la meta del viaggio sono gli uomini.
La nostra natura consiste nel movimento, la calma completa è la morte.
Morte: il piacere di fare un viaggio senza valigie.
Chi ha bisogno di più di una valigia è un turista, non un viaggiatore.
I nomadi non hanno storia, hanno solo geografia.
Quando non ho voglia di disegnare ho voglia di scrivere, quando non ho voglia di scrivere e non ho voglia di disegnare ho voglia di viaggiare.
Viaggiare è fuggire il proprio demone familiare, distanziare la propria ombra, seminare il proprio doppio.
Io non ho viaggiato per andare da qualche parte, ma per il gusto di viaggiare. La questione è muoversi.
L'arte di vivere sta nel sentirti nello stesso modo a casa tua così come ti senti quando sei in viaggio.
Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre "Andiamo", e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.