Anche un ateo può essere in buona fede.
Se il primo amore è un violino si scorda facilmente.
Nella civiltà dei rumori è importante saper togliere il disturbo.
Amo le auto con una bella linea e le donne senza freni.
Quando si prevede un anno di merda, i calendari è meglio farli con la carta igienica.
L'amore non conosce le mezze misure. All'inizio ci diciamo tutto. Alla fine ci diciamo tutto.
Se vi sono degli atei, con chi prendersela se non con quei tiranni mercenari delle anime, che, costringendoci a ribellarci contro le loro nefandezze, forzano gli spiriti deboli a negare il Dio che quei mostri disonorano?
Se vi è un ateismo dell'uomo, un uomo senza Dio, non vi è un Dio senza l'uomo.
Se Dio fosse visibile, l'ateismo diventerebbe una fede.
Se l'ateismo si propagasse diventerebbe una religione non meno intollerante di quelle antiche.
Per quanto l'ateismo possa esser stato logicamente sostenibile prima di Darwin, soltanto Darwin creò la possibilità di adottare un punto di vista ateo con piena soddisfazione intellettuale.
L'ateo afferma di non potere credere in Dio per rigore logico. D'altronde l'ateo conosce un solo tipo di rigore logico: quello che opera nell'immanente. Ma il rigore logico nell'immanente non riesce a dimostrare che Dio non esiste. Ecco l'antinomia dell'ateismo.
Gli atei devono dire cose perfettamente chiare. Ora, non è affatto chiaro che l'anima sia materiale.
Né la scienza né la logica permettono di concludere che Dio non esiste. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e più scientifico di colui che crede. Chi sceglie l'ateismo fa quindi un atto di fede: nel nulla. Credere in Dio è più logico e più scientifico che credere nel nulla.
Se non ci fosse Dio, non ci sarebbero gli atei.
Tutti gli uomini che pensano sono atei.