Oh che fatica aver moglie! e come ha ragione Aristotele quando dice che una donna è peggio d'un diavolo!— Molière
Oh che fatica aver moglie! e come ha ragione Aristotele quando dice che una donna è peggio d'un diavolo!
La morte non ha sempre le orecchie aperte ai voti e alle preghiere dei singoli eredi; e si ha il tempo di fare i denti lunghi, quando, per vivere, s'aspetta la morte di qualcuno.
Se non essere cornuti vi sembra un sì gran bene, il mezzo per salvarsi è non sposarsi affatto.
Questa profonda avversione che il vizio dovrebbe ispirare alle anime virtuose.
La perfetta ragione rifugge gli estremi e vuole che uno sia saggio con sobrietà.
Tutti i vizi, quando sono di moda, passano per virtù.
La mia idea di una moglie di quarant'anni, è che un uomo dovrebbe poterla cambiare, come una banconota, con due di venti.
Mi sono convinto che per rendere felice la propria moglie bastano due cose: primo, lasciarle credere che può fare a modo suo e, secondo, lasciarglielo fare.
Quando non c'è un amante di mezzo che faccia da diaframma, i raggi lucenti della moglie cadono diritto a illuminare il marito.
Le buone amanti, se poi diventino mogli, sono quasi sempre cattive mogli.
Le mogli devono essere sottomesse ai propri mariti, come la Chiesa a Cristo.
Moglie, sardine ed acciughe: queste, sott'olio e sotto salamoia; la moglie, sotto chiave.
Il vantaggio d'andar a letto con la propria moglie è che si trova sempre il tempo di piegar i pantaloni.
Fare l'amore con la propria moglie è come sparare a un'anatra morta.
Una moglie è uno schiavo che bisogna saper mettere su un trono.
Il dolore della morte delle moglie è come le percosse del gomito; che, benché elle dolgano forte, passano via spacciatamente.