Il governo è come tutte le cose del mondo: per conservarlo bisogna amarlo.
L'avarizia. È così sciocca che non sa neppure contare.
Il sorteggio per via di sorte è proprio per natura della democrazia; quello per via di scelta, dell'aristocrazia.
L'educazione consiste nel darci delle idee, la buona educazione nel metterle in proporzione.
Il talento è un dono che Dio ci fa in segreto, e che noi divulghiamo senza saperlo.
La vita, la libertà e la proprietà di ogni uomo sono in pericolo quando il parlamento è riunito.
Per pessimo che sia il governo italiano, ove non si presenti l'opportunità di facilmente rovesciarlo, credo meglio attenersi al gran concetto di Dante: "Fare l'Italia anche col diavolo".
Il gran vantaggio di un governo democratico è che il merito, sostenuto dalle amicizie influenti, ha quasi la certezza di trovare la sua giusta ricompensa.
Fare il ministro del lavoro in un paese dove il lavoro non c'è, è come fare il bidello di una scuola a Ferragosto!
La rivoluzione, se vuol resistere, deve restare rivoluzione. Se diventa governo è già fallita... dovunque la rivoluzione ha cessato di essere permanente, là è ritornata la tirannia.
Chiunque nella commissione dà per scontato che l'undici settembre è stato il risultato di una mancanza di azione governativa. Nessuno a Washington ha mai sollevato la domanda se le nostre mancanze, portate alla luce dall'undici settembre, non siano invece state un risultato del troppo governo.
Il governo ha per missione di far sì che i buoni cittadini siano tranquilli, e che quelli cattivi non lo siano.
Un governo espresso da un Parlamento così povero di conoscenze specifiche non precede le situazioni, ne è trascinato.
La conoscenza governerà per sempre l'ignoranza; e un popolo che intende essere il proprio governante deve armare se stesso con il potere che la conoscenza fornisce.
Saper governare è saper scegliere.