Il pericolo più grande si corre nell'ora della vittoria.— Napoleone Bonaparte
Il pericolo più grande si corre nell'ora della vittoria.
Ci sono due leve per fare muovere un uomo, paura ed egoismo.
È tempo che anche l'Italia vada annoverata fra le nazioni libere e potenti.
Circostanze? Quali circostanze? Sono io che creo le circostanze.
Tranquillizzando lo spirito si guarisce il corpo.
L'abilità dell'operaio consiste nel saper impiegare i materiali che ha sotto mano.
L'esito vittorioso di una rivoluzione rimane tale per mezzo di metodi sconosciuti a quelli che l'hanno realizzata. E a volte persino attraverso sentimenti che sono altrettanto sconosciuti.
Le vittorie consumano le forze al pari o poco meno delle disfatte, e le forze si perdono inutilmente se non prive di consiglio, o lo scopo è tale che non possa ottenersi.
Il timore di un danno frena. L'azione logora. La prospettiva di un vantaggio incita.
La vittoria ha molti padri, la sconfitta è orfana.
Al vincitore non si chiederà se abbia raccontato o no la verità. Nei preparativi e nell'inizio di una guerra non è il fatto di avere ragione che conta ma la vittoria.
I generali non sanno che le battaglia le vincono gli storici.
E' meglio condurre da dietro e mettere gli altri davanti, soprattutto quando si celebra la vittoria e quando accadono cose belle. Si scende in prima linea quando c'è il pericolo. Poi la gente apprezzerà la vostra leadership.
La leadership è far fare a qualcuno ciò che non vuole fare per ottenere ciò che vuole ottenere.
Nessun vincitore crede al caso.
Se in battaglia un uomo ne vincesse mille, e un altro vincesse se stesso, il vero vincitore sarebbe il secondo.