Il matrimonio è come la morte: pochi ci arrivano preparati.
L'umiltà ci rende forti, e poi sapienti; l'orgoglio, deboli e stolti.
Amicizia generosa: questo titolo li comprende in sè tutti.
La superbia è de' vizii il più frequentemente punito, e il più difficilmente sanabile.
Amicizia gelosa è più pettegola d'amore geloso.
L'aspettazione del piacere è talvolta più tormentosa della paura.
Non v'è niente di più difficile a questo mondo che di fare un matrimonio proprio come si vuole.
Il matrimonio lo prendono più sul serio gli scapoli che non i coniugati.
La Chiesa e tutti i cattolici hanno l'obbligo di difendere il sacramento indissolubile del matrimonio. Noi dobbiamo batterci, con estrema risolutezza contro qualsiasi ingerenza dello Stato nel matrimonio cattolico. Il suo eventuale scioglimento non può essere che competenza esclusiva della Chiesa.
Le leggi si fanno perché le autorità possano scordarle, come pure i matrimoni si celebrano perché il tribunale del divorzio non rimanga ozioso.
Il problema delle persone, soprattutto nell'amore, è che si vuole possedere l'altro. E quando, anziché il dono, c'è il desiderio di possesso, si inquina tutto. Molti matrimoni falliscono per questo.
Ogni buon matrimonio è territorio segreto, uno spazio necessariamente bianco sulla mappa della società. Ciò che gli altri non sanno della tua relazione coniugale, la rende tua.
Il legame di ogni rapporto, sia nel matrimonio sia nell'amicizia, sta nella conversazione.
Non conosco migliore scuola di anarchia del matrimonio indissolubile.
Il matrimonio non è il piacere, è il sacrificio del piacere, è lo studio di due anime che d'ora in poi dovranno per sempre accontentarsi l'uno dell'altro.
I buoni matrimoni sono come la crema; basta un nonnulla a farli andare a male.