Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare.— Oscar Wilde
Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare.
Lo sfortunato aforisma proposto sull'arte come specchio della natura è volutamente espresso da Amleto per convincere gli ascoltatori della sua assoluta pazzia in materia d'arte.
Tutti coloro che sono incapaci di imparare si sono messi ad insegnare.
Ho il culto delle gioie semplici, sono l'ultimo rifugio di uno spirito complesso.
I ragazzi cominciano con l'amare i loro genitori, quando crescono li giudicano, e qualche volta li dimenticano.
Nella vita coniugale, tre sono una compagnia, due non lo sono.
Il lavoro vinceva la materia.
Il lavoro intellettuale strappa l'uomo alla comunità umana. Il lavoro materiale, invece, conduce l'uomo verso gli uomini.
Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante. Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro.
È evidente che più la società si fa tecnologica, più si riducono i posti di lavoro. E paradossalmente quello che è sempre stato il sogno più antico dell'uomo: la liberazione dal lavoro si sta trasformando in un incubo.
Ogni difficoltà è vinta dall'aspro lavoro, e dal bisogno che incalza nelle dure vicende.
Legittimo è il desiderio del necessario, e il lavoro per arrivarci è un dovere: «se qualcuno si rifiuta di lavorare, non deve neanche mangiare».
Si aspira ad avere un lavoro, per avere il diritto di riposarsi.
Il lavoro è l'amore reso visibile.
In qualunque mestiere, in qualunque professione è bene tenere conto di questo: chi lavora egoisticamente non arriva a niente. Chi lavora altruisticamente se lo ritrova, il lavoro fatto.
Il lavoro è parte speciale di quelle condizioni indispensabili che una società veramente umana deve garantire perché ognuno possa non solo sopravvivere e vivere ma ancora di più realizzare se stesso secondo il disegno di Dio.