Lavorare stanca.
Inutile piangere. Si nasce e si muore da soli.
Il dolore non è affatto un privilegio, un segno di nobiltà, un ricordo di Dio. Il dolore è una cosa bestiale e feroce, banale e gratuita, naturale come l'aria.
Le cose si ottengono quando non si desiderano più.
Per disprezzare il denaro bisogna averne, e molto.
La massima sventura è la solitudine; tant'è vero che il supremo conforto la religione, consiste nel trovare una compagnia che non falla, Dio. La preghiera è lo sfogo come con un amico.
Niente è veramente lavoro a meno che non preferiate fare qualcos'altro.
Non esistono surrogati del duro lavoro.
Naturalmente il lavoro non può dare felicità se non ha successo. Ma se lo ha, riempie le giornate e dà un'immensa gioia.
Non è un piacere stare a osservare il lavoro umano quando questo è ancora fatica, maledizione e schiavitù.
Alla mia età ho fatto il callo alla solitudine. Una solitudine, però, molto relativa, perché il lavoro riesce a riempire completamente la mia esistenza.
Non mi piace il lavoro anche se è qualcun altro a farlo.
Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo Stato sarà perduto.
Lavorare è meno noioso che divertirsi.
Il lavoro migliore non è quello che ti costerà di più, ma quello che ti riuscirà meglio.
Una società fondata sul lavoro non sogna che il riposo.