Noi rileviamo sempre qualche cosa di ridicolo nelle emozioni delle persone che abbiamo cessato di amare.— Oscar Wilde
Noi rileviamo sempre qualche cosa di ridicolo nelle emozioni delle persone che abbiamo cessato di amare.
Le uniche cose che non si rimpiangono sono le proprie follie.
Le peggiori cose sono sempre fatte con le migliori intenzioni.
Quanto ai poveri virtuosi, uno può averne compassione, ma è escluso che possa ammirarli.
La vera tragedia dei poveri è che non si possono permettere altro che l'abnegazione. I bei peccati, come tutte le cose belle, sono privilegio dei ricchi.
La naturalezza è semplicemente una posa, e la più irritante che io conosca.
V'è alcunché di ridicolo e sconcertante insieme nel modo in cui gli uomini si sono fatti influenzare al punto da ritenere che il modo di pensare della scienza colga l'intima realtà delle cose, e nel fatto che essi definiscono falsi gli altri modi di pensare le cose, di percepirle e di goderle.
Il mio primo dove è di cominciare, finalmente, a vivere come membro del genere umano, che non è più ridicolo di quanto io sia. E il mio primo atto umano è quello di riconoscere di quanto io sia debitore a tutti gli altri.
Non c'è cosa che sia nella sua origine più triste e nella sua conseguenza più orribile della paura di essere ridicolo. Di qui, per esempio, la schiavitù delle donne e parecchi cancri dell'umanità.
Il ridicolo è l'arma che usano i vili contro gli innocenti, quelli che non hanno fatto niente di male e che quindi non danno alcuna scusa per poterli disprezzare.
Quando non si hanno più capelli, si trovano ridicoli i capelli lunghi.
Ancora più divertente dell'uomo che è stato reso ridicolo è quello che, quando gli succede qualcosa di bizzarro, si rifiuta di ammetterlo e si sforza di mantenere la sua dignità.
Datemi, o Signore, il senso del ridicolo. Concedetemi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po' di gioia e possa farne parte anche ad altri.
Quel poco che ho fatto in questo mondo m'è sempre apparso in principio inutile, inutile sino al ridicolo, inutile sino al disgusto. Il demone del mio cuore si chiama "a che pro?".
Siamo umani, quindi pieni di cose anche ridicole, ma il grosso del lavoro del regista e dello sceneggiatore è proprio la bottega, la fatica divertente che è raccontare.