Le imperfezioni ci fanno conoscere la nostra grande miseria.
Ama il dolore perché è mezzo di espiazione.
Dio mio! che martirio è la tentazione della vanagloria.
Una persona annega in alto mare, una annega in un bicchier d'acqua. Ma entrambi muoiono.
Dobbiamo fare soltanto la volontà di Dio. Il resto non conta.
L'uomo potrà sfuggire alla giustizia umana ma non a quella divina.
Fa parte delle imperfezioni e delle rinunce della vita umana il fatto che la nostra infanzia debba diventarci estranea e cadere nell'oblio, come un tesoro sfuggito a mani che giocavano, e precipitato in un pozzo profondo.
Imperfettamente conosciamo e imperfettamente amiamo.
Dio mi ha fatto imperfetto e mortale. Permettete che sia, almeno, un po' seccato.
Le imperfezioni degli altri ci aiutano anche a non attenderci da loro una qualche felicità, pienezza o compimento che in realtà possiamo trovare in Dio soltanto.
Oh! Come è necessaria l'imperfezione per essere perfetti!
Se l'imperfetto viene definito come un male, allora ogni cosa diviene un male, perché ogni cosa è imperfetta.
Il senso delle nostre imperfezioni ci aiuta ad avere paura. Cercare di risolverle ci aiuta ad avere coraggio.
Tutto è imperfetto, non c'è tramonto così bello da non poterlo essere di più, o brezza lieve che invita al sonno che non possa favorire un sonno ancora più sereno.
Il fatto che l'attività svolta in modo così imperfetto sia stata e sia tuttora per me fonte inesauribile di gioia, mi fa ritenere che l'imperfezione nell'eseguire il compito che ci siamo prefissi o ci è stato assegnato, sia più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione.