La gioia cristiana suppone un uomo capace di gioie naturali.
Appare all'evidenza che la donna è posta a far parte della struttura vivente ed operante del cristianesimo in modo così rilevante che non ne sono forse ancora state enucleate tutte le virtualità.
I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell'opulenza. La chiesa trasale davanti a questo grido d'angoscia e chiama ognuno a rispondere con amore al proprio fratello.
Col Vaticano II ci aspettavamo la primavera e invece è venuto l'inverno.
Il lavoro è umano solo se resta intelligente e libero.
La più grande gioia che può dare l'amore è la prima stretta di mano della donna amata.
C'è la gioia di essere sano e giusto, ma c'è soprattutto l'immensa gioia di servire.
Tutte le grandi gioie si somigliano nei loro effetti, a differenza dei grandi dolori che hanno una scala di manifestazioni molto variata.
Che importa l'eternità della dannazione a chi ha trovato, per un attimo, l'infinito della gioia?
Ama per la gioia di amare.
Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.
Né la ricchezza più grande, né l'ammirazione delle folle, né altra cosa che dipenda da cause indefinite sono in grado di sciogliere il turbamento dell'animo e di procurare vera gioia.
La gioia verace Per farsi palese D'un labbro loquace Bisogno non ha.
La gioia è un'affezione passiva che aumenta la nostra potenza di agire, e solo la gioia può essere un'affezione attiva.
Noi, esseri finiti, personificazioni di uno spirito infinito, siamo nati per avere insieme gioie e dolori; e si potrebbe quasi dire che i migliori di noi raggiungono la gioia attraverso la sofferenza.