Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potete contenere.— Khalil Gibran
Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potete contenere.
Sono come il figlio d'una povera affamata, che piange perché vuol mangiare, spinto dall'intensità della fame, incurante delle condizioni disperate della sua povera e pietosa madre, sconfitta dalla vita.
L'invidioso mi loda senza saperlo.
Amore è giovinezza che ha infranto le catene.
Se vi separate dall'amico, non addoloratevi, perché la sua assenza vi illuminerà su ciò che in lui amate.
Tutte le nostre parole non sono che briciole cadute dal banchetto dello spirito.
Non sai che ognuno ha la pretesa di soffrire molto più degli altri?
Se consideriamo sbagliato infliggere una certa quantità di dolore a un bambino senza buone ragioni, dobbiamo, a meno che non siamo specisti, considerare altrettanto sbagliato infliggere la stessa quantità di dolore a un cavallo senza buone ragioni.
Non renderti più gravosi i tuoi mali, non opprimerti con i lamenti: il dolore è leggero se non lo accresci con la tua suggestione.
E per tutti il dolore degli altri è dolore a metà.
Non esistendo dolore, sua nascita e suo arresto, non può logicamente esistere neppure il cammino, il quale consiste nell'arresto del dolore.
Cosa resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo a un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco.
Il dolore è in effetti il processo di purificazione che solo permette, nella maggior parte dei casi, di santificare l'uomo, di distoglierlo cioè dalla volontà di vita.
Non c'è dolore più grande della perdita della terra natia.
Un momento di dolore vale una vita di gloria.
Niente più del dolore fa crescere e insegna a gustare ogni attimo di quel dono grandioso che è la vita.