Un bambino è fragilissimo ma è con il papà, con la mamma: è al sicuro! Con il Signore siamo sicuri.— Papa Francesco
Un bambino è fragilissimo ma è con il papà, con la mamma: è al sicuro! Con il Signore siamo sicuri.
La persona malata o disabile, proprio a partire dalla sua fragilità, dal suo limite, può diventare testimone dell'incontro: l'incontro con Gesù, che apre alla vita e alla fede, e l'incontro con gli altri, con la comunità.
Agire da buoni cittadini migliora la fede.
E' bello e importante per noi cristiani: incontrarci di domenica, salutarci, parlarci come ora qui, nella piazza. Una piazza che, grazie ai media, ha le dimensioni del mondo.
Non si vive meglio fuggendo dagli altri, nascondendosi, negandosi alla condivisione, se si resiste a dare, se ci si rinchiude nella comodità. Ciò non è altro che un lento suicidio.
Il calcio può e deve essere una scuola per la costruzione di una cultura dell'incontro, che permetta la pace e l'armonia tra i popoli.
Il compito a cui dobbiamo lavorare, non è di arrivare alla sicurezza, ma di arrivare a tollerare l'insicurezza.
La miseria e le preoccupazioni generano il dolore, la sicurezza, invece, e l'abbondanza la noia.
Una probabilità ragionevole è la sola certezza.
Consigliare gli altri, e trascurare la propria sicurezza, è follia.
La felicità spinge al suicidio quanto l'infelicità, anzi ancora di più perché amorfa, improbabile, esige uno sforzo di adattamento estenuante, mentre l'infelicità offre la sicurezza e il rigore del rito.
Nessuno è più pericoloso di colui che non ha mai dubbi.
Chi non cambia mai la propria opinione ha il dovere assoluto di essere sicuro di aver giudicato bene sin da principio.
Quando sei preparato, sei più fiducioso. Quando hai una strategia, ti senti più a tuo agio.
Una rivoluzione richiede ai suoi capi un curriculum di infallibilità assoluta. Se non lo possiedono, ci si aspetta che lo inventino.
La monogamia non solo è possible, ma necessaria: tu e i tuoi figli avete bisogno di qualcosa su cui fare affidamento.