La fede è la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che ci chiama per nome.— Papa Francesco
La fede è la risposta a una Parola che interpella personalmente, a un Tu che ci chiama per nome.
In ogni momento della storia è presente la debolezza umana, la malsana ricerca di sé, l'egoismo comodo e, in definitiva, la concupiscenza che ci minaccia tutti.
Ognuno, nel proprio ruolo e nel proprio ambito, si senta chiamato ad amare e servire la vita, ad accoglierla, rispettarla e promuoverla, specialmente quando è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, dal grembo materno fino alla sua fine su questa terra.
Per crescere nella tenerezza, nella carità rispettosa e delicata, noi abbiamo un modello cristiano a cui dirigere con sicurezza lo sguardo. È la Madre di Gesù e Madre nostra, attenta alla voce di Dio e ai bisogni e difficoltà dei suoi figli.
A voi giovani [...]: abbiate sempre gli occhi rivolti al futuro. Siate terreno fertile in cammino con l'umanità, siate rinnovamento nella cultura, nella società e nella Chiesa. Ci vuole coraggio, umiltà e ascolto per dare espressione al rinnovamento.
Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva.
Montagne di dubbio non spostano la fede.
Ci credi o non ci credi. Gesù ti ama uguale. Solo che non te lo godi.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
La fede incapace di ridere di se stessa deve dubitare della propria autenticità. Il sorriso è ciò che dissolve il simulacro.
Bella Immortal! benefica Fede ai trionfi avvezza.
La fede "corregge", in modo necessario e vitale, la tendenza dell'umanità al "relativismo".
Sarebbe insopportabile per un vivo, se sapesse ciò che non può sapere. Sarebbe, come se avesse mangiato dall'albero della vita.
La fede sposta le montagne.
Fede significa non voler sapere quel che è vero.
Siate come l'uccello posato per un attimo su rami troppo fragili, che sente la fronda piegarsi e canta, tuttavia, sapendo di avere le ali.