La differenza fra il teorico della fede e il credente è grande quanto quella fra lo psichiatra e il matto.— Emil Cioran
La differenza fra il teorico della fede e il credente è grande quanto quella fra lo psichiatra e il matto.
A tal punto il dubbio su di sé travaglia gli esseri che questi, per porvi rimedio, hanno inventato l'amore, tacito patto fra due infelici per sopravvalutarsi, per incensarsi spudoratamente.
Il male, al contrario del bene, ha il duplice privilegio di essere affascinante e contagioso.
Quando due persone si rivedono dopo molti anni dovrebbero sedersi l'una di fronte all'altra e non dirsi niente per ore ed ore, affinché con il favore del silenzio la costernazione possa assaporare se stessa.
Aver commesso tutti i crimini, tranne quello di essere padre.
Di tutto ciò che si prova, niente dà tanto l'impressione di essere al cuore stesso del vero quanto gli accessi di disperazione senza ragione: a paragone, tutto sembra frivolo, sofisticato, privo di sostanza e d'interesse.
Entrare davvero nel cuore della fede è veramente l'ultimo tabù.
La fede non è confortevole, deve invece renderci inquieti.
Non credo nella vita ultraterrena. Comunque, per sicurezza, porto sempre con me la biancheria di ricambio.
La fede trasporta le montagne.
È nella disponibilità a correre dei rischi che si manifesta la nostra fede.
Una fede lieve e pesante come la mannaia di una ghigliottina.
La fede, spesso, è stato il vero motore delle persone di buona volontà che nelle zone più difficili del Sud han cercato di trasformare le cose.
Il frutto visibile di una fede viva è la gioia. Anche umanamente, quando c'è il massimo di amore c'è felicità e humor.
La fede, a mio avviso, è un processo di irrigidimento, una sorta di amido mentale.
Esistono davvero anime senza fede, le quali per l'abuso delle grazie hanno perduto questo tesoro immenso, sorgente delle sole gioie pure e vere.