La fede in Dio è un istinto, un istinto naturale per l'uomo, come la sua posizione eretta. Non avere questa fede è contro natura, come è contro natura per l'uomo la posizione curva.
L'elemento di ogni conoscenza e attività umana è la fede. Nasciamo tutti nella fede e dobbiamo rimanere nella fede, proprio come nasciamo tutti nella società e dobbiamo rimanere nella società.
La fede non è una virtù secolare: non si può andare al supermarket a comprare la fede e neppure prendere la laurea in fede. Essa nasce e cresce sul terreno fertile dell'etica e dell'amore.
Un pesciolino rosso ad un altro: 'Io non credo in Dio.' L'altro risponde: 'Nemmeno io, ma chi altro pulirebbe la nostra boccia?'.
Il frutto visibile di una fede viva è la gioia. Anche umanamente, quando c'è il massimo di amore c'è felicità e humor.
Il solo immaginare che il sovrano dell'universo correrà ad assistermi rivoltando le leggi della natura, per me è il massimo dell'arroganza.
Io credo perché ho bisogno di credere in Dio e nel «dopo» che c'è oltre la vita. La fede, per me, è un dogma. Un valore assoluto. Che fa parte della vita di chiunque, anche di quelli che dicono di non credere.
C'è un sole che non vedi, lui ti parla e tu gli credi. E' questa la fede.
E' necessario saper vedere i segni dei tempi e saperli giudicare alla luce della fede.
Una fede: quanto è di più necessario all'uomo. Disgraziato colui che non crede in nulla.
Finora la fede non ha potuto ancora spostare nessuna vera montagna, benché qualcuno non so chi l'abbia asserito; ma essa può mettere delle montagne dove non ce ne sono.
La forte fede dimostra solo la sua forza, non la verità della cosa creduta.
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