Non stanchiamoci di cercare il Signore.
Non lasciatevi rubare il sogno di una missione vera, di una sequela di Gesù che implichi il dono totale di sé.
La preghiera, il digiuno e l'elemosina comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l'apparenza; il valore della vita non dipende dall'approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro.
Questo è lo stile di Dio: non è impaziente come noi, che spesso vogliamo tutto e subito, anche con le persone. Dio è paziente con noi perché ci ama, e chi ama comprende, spera, dà fiducia, non abbandona, non taglia i ponti, sa perdonare.
Solo chi riconosce la propria fragilità, il proprio limite può costruire relazioni fraterne e solidali, nella Chiesa e nella società.
E' bene investire sui giovani, con iniziative adeguate che li aiutino a trovare lavoro e a fondare un focolare domestico. Non bisogna spegnere il loro entusiasmo!
La devozione è una vera malattia dell'anima; si ha un bel fare, è impossibile correggerla.
È la nostra finzione a essere una devozione. Qualcuno deve dare l'impressione di credere.
L'ortodossia imponeva la mancanza di autocoscienza.
Non è serio, in politica, contare sulle convinzioni, la devozione e le belle qualità dell'anima.
Senza uomini devoti e amici fidati non era possibile combinare nulla e d'altra parte non era per niente facile trovarne di disponibili, dato che ormai il nostro stato non era più retto secondo i costumi e il modo di vivere dei padri ed era impossibile acquisirne di nuovi nell'immediato.
Le facce compunte dei devoti stupidamente prostrati, come a lui pareva, ciascuno davanti a un piccolo specchio, guardandovi un piccolo Iddio della propria mente.
Non c'è persona piú fedele del buono a nulla, perché non ha alternative.
In un tempio tutti dovrebbero essere seri, tranne colui che vi viene adorato.
Il figlio devoto eredita le amicizie del padre come ne riceve le proprietà.
Gli italiani, con la loro religiosità esteriore fatta di processioni, di madonne che piangono, di statue che sanguinano, alla fin fine se ne fregano.