Solo nello sguardo di Dio c'è il futuro per noi.
Signore, donaci di essere sempre più uniti, di non essere mai strumenti di divisione; fa' che ci impegniamo a portare l'amore dove c'è odio, a portare il perdono dove c'è offesa, a portare l'unione dove c'è discordia.
E' la "cultura dello scarto". Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità.
Questo è un punto importante per noi: vivere un rapporto intenso con Gesù, un'intimità di dialogo e di vita, così da riconoscerlo come "il Signore".
Il Signore con la sua tenerezza ci apre il suo cuore, ci apre il suo amore. Il Signore è allergico alle rigidità.
Solo la fiducia in Dio può trasformare il dubbio in certezza, il male in bene, la notte in alba radiosa.
Quello che vogliamo del futuro è molto spesso l'immagine di un passato immaginato e perduto.
Il tuo passato non uguaglia il tuo futuro.
I vecchi tempi non sono sempre stati positivi ed il futuro non è così male come sembra.
Non si sa mai. Io il futuro lo metto nella mia wish list.
Vivo in funzione del presente e mi limito a lanciare solo una pigra e occasionale occhiata al domani; per tutto il resto, lasciatemi in pace.
Ecco a cosa serve il futuro: a costruire il presente con veri progetti di vita.
L'Europa diventerà quello che in realtà è, cioè un piccolo promontorio del continente asiatico?
Il passato non mi preoccupa: i danni che doveva fare li ha fatti; mi preoccupa il futuro, che li deve ancora fare.
Non si può essere reazionari perché non c'è dove tornare; non si può essere progressisti, perché non c'è dove andare.
Il periodo adolescenziale, in maniera particolare oggi, manca della percezione del futuro.