Il flirt è l'acquerello dell'amore.
— Paul Bourget
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La nostra interpretazione
Il paragone tra il flirt e l’acquerello evoca un amore leggero, sfumato, fatto più di suggestioni che di contorni netti. Il flirt è presentato come qualcosa di delicato, quasi pittorico: come l’acquerello, gioca con le trasparenze, con i colori che non si definiscono mai completamente, con i margini che si confondono. Non è ancora un impegno profondo, ma un preludio, un’impressione iniziale che può evolvere oppure dissolversi. L’immagine suggerisce anche fragilità: basta poca acqua per sciogliere un acquerello, così come basta poco per interrompere un gioco di seduzione. Allo stesso tempo, però, in questa leggerezza c’è una forma di bellezza propria, un fascino dato proprio dalla sua natura fugace e non vincolante. L’amore più stabile assomiglierebbe a un olio su tela, deciso e permanente, mentre il flirt resta nel regno del possibile, del “quasi”. Viene così valorizzata quella fase iniziale fatta di sguardi, allusioni e promesse non ancora mantenute, dove l’immaginazione conta quanto, se non più, della realtà. In questo senso, la dimensione del gioco sentimentale assume dignità estetica: non è una semplice superficialità, ma una modalità diversa di vivere la tensione amorosa, in cui il non detto e il non definito diventano i veri protagonisti.