Le parole esprimono una scelta interiore precisa: allontanare l’ombra dei pensieri tristi e non lasciare che la vita sia definita dall’assenza dell’amore. Il cuore umano desidera naturalmente essere riamato, ma qui emerge un atteggiamento diverso, quasi di serena rinuncia. Se l’amore non arriva, o se è ormai passato, non per questo l’esistenza perde il suo valore. C’è ancora una fonte di conforto, immediata e concreta: la natura, con i suoi profumi, la sua quiete, la sua presenza semplice e generosa. Il bosco diventa il luogo simbolico in cui il dolore si attenua, dove la mente trova pace e il cuore, pur ferito o disilluso, può riposare. In questa prospettiva, la felicità non dipende più dall’avere accanto una persona amata, ma da una capacità più profonda di sentire il bene che comunque circonda, anche nei dettagli minimi. È un invito a riconoscere che, di fronte alle ferite affettive, esistono ancora bellezza, sollievo e armonia. La natura, con la sua dolcezza silenziosa, offre una forma diversa di consolazione, meno clamorosa ma più stabile, che non chiede nulla in cambio e aiuta a riconciliarsi con la propria solitudine.