Chi vuol morire, o vincere, raramente è vinto.— Pierre Corneille
Chi vuol morire, o vincere, raramente è vinto.
I nostri successi più felici sono contaminati dalla tristezza.
La virtù più salda evita i rischi.
Un po' di durezza sta bene alle anime grandi.
A vincere senza pericolo, si trionfa senza gloria.
Ognuno guarda i mali altrui con altro occhio che non guardi i suoi.
Quando sei molto stanco anche il momento del trionfo non sembra più che parte dello stesso brutto sogno.
Ogni uomo paga la sua grandezza con molte piccolezze, la sua vittoria con molte sconfitte, la sua ricchezza con molti fallimenti.
Dalla necessità scaturiscono i desideri, e dai desideri scaturisce l'energia e la volontà di vittoria.
Il vincitore appartiene al suo bottino.
Il pericolo più grande si corre nell'ora della vittoria.
Hai un talento naturale. Non mi fido di quelli così. Tu sai correre, lo ammetto. E, per la miseria, sai saltare! Ma io voglio sapere se sai vincere.
Chi per primo impugnerà la spada, sua sarà la vittoria.
Abbiamo perso di vista una delle massime fondamentali della guerriglia: la guerriglia vince se non perde. L'esercito convenzionale perde se non vince.
Resistere significa semplicemente tirare fuori i coglioni, e meno sono le chance più dolce è la vittoria.
Così il CAI Centrale si limita a «riconoscere a Bonatti il giusto merito per l'apporto alpinistico da lui dato alla vittoria del K2»... E chi mai, fin dall'inizio, ne aveva dubitato? Risultò insomma, tout court, una finta, assurda e persino ridicola revisione storica.