Un figlio deve abitare la nostra casa come un estraneo avventuroso e felice.— Pietro Citati
Un figlio deve abitare la nostra casa come un estraneo avventuroso e felice.
Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero.
Oggi la lettura tende a diventare una specie di orgia, dove ciò che conta è la volgarità dell'immaginazione, la banalità della trama e la mediocrità dello stile.
Se vogliamo moltiplicarci, non dobbiamo agire, fuggire, viaggiare in India o a Tahiti, ma scegliere un libro nuovo nella frusciante foresta di pagine che avvolge i muri della nostra stanza.
Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell'angolo più oscuro del capitolo, c'è una frase scritta apposta per noi.
I pali dei totem e le maschere di legno non suggeriscono più l'idea di villaggi tribali ma salotti alla moda di New York e Parigi.
Come artista, un uomo non può avere casa in Europa tranne che a Parigi.
Sul palco faccio l'amore con 25 mila persone. Poi torno a casa sola.
È così che si vive a New York: traslocando ogni tre o quattro anni. Allora hai sempre l'ultima parola.
Benvenuto in mia casa. Entrate e lasciate un po' della felicità che recate.
Il re delle visite a casa, il maestro del salotto!
Una mente, come una casa, viene arredata dal suo proprietario, dunque se la vita di una persona è fredda e spoglia egli non può prendersela con nessuno se non con se stesso.
Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l'inquilino.
Una casa frana sempre e solo dall'interno.
Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide, come potete aver patria? La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo.