La montagna è oltrepassata, adesso sarà più facile andare avanti.
Tutto al mondo è follia, ma non l'allegria.
Sono poche le persone che pensano, però tutte vogliono giudicare.
Ogni strada seguita precisamente fino alla sua fine non porta proprio in nessun luogo. Scala una montagna solo un poco, per verificare che sia una montagna. Dalla cima di una montagna non puoi vedere che si tratta di una montagna.
Le montagne dovrebbero avere dei buchi, per vedere l'altra parte. Osservando il panorama attraverso queste aperture, risparmieremmo delle scalate considerevoli.
Lassù si erano liberati dal desiderio di felicità e perfino dalla speranza, perciò vivevano in pace e tranquilli, avevano cioè trovato la felicità. Ma loro non lo sapevano e campavano così.
Una montagna non può spaventare chi vi è nato.
La montagna, nella Bibbia, è il luogo nel quale si svolge il dialogo tra Dio e l'uomo.
Solo la montagna, la gola, il passo e il torrente possono accedere al pantheon del viaggio, indubbiamente nella misura in cui sembrano sorreggere una morale dello sforzo e della solitudine.
Sulle montagne si trova la libertà! Il mondo è perfetto ovunque, salvo quando l'uomo arriva con i propri tormenti.
A valle, nelle città, le parole sono aria viziata, escono dalla bocca straparlate, non portano conseguenze. ce le teniamo in bocca, costano energia e calore, usiamo le necessarie, e quello che diciamo poi facciamo. Quassù le parole stanno in pari con i fatti, fanno coppia.
Quando guardo le montagne ho i sentimenti delle montagne dentro di me: li sento, come Beethoven che sentiva i suoni nella testa quando era sordo e compose la Nona sinfonia. Le rocce, le pareti e le scalate sono un'opera d'arte.
La vita solitaria della montagna coi suoi silenzi majestatici e il breve cerchio delle amicizie al paese gli conferiscono questo fortunato istinto di vigilante temperanza, che è segno preciso di compiutezza e di sufficienza spirituale.