Insegnare è ricordare agli altri che sanno bene quanto te.
Non importa se si perde la partita, ma conta come la si perde e in che modo mutiamo noi a causa di questa sconfitta, e poi conta quel che ne ricaviamo, qualcosa che prima non avevamo e che potremo applicare ad altre partite. Perdere è in questo caso vincere.
Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto.
L'indizio della tua ignoranza è l'intensità con cui credi nell'ingiustizia e nella tragedia. Quella che il bruco chiama la fine del mondo, il maestro la chiama una farfalla.
La prudenza e io non siamo andati troppo spesso a braccetto in questi ultimi giorni, ma dopo tutto qualche volta bisognerebbe anche seguirne i consigli.
Uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mai smesso di scrivere.
Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.
In definitiva, ha qualcosa da insegnare solo chi non vuole insegnare.
C'è un duplice vantaggio nell'insegnare, perché, mentre si insegna, si impara.
Durante i miei nove anni alle scuole superiori non sono riuscito a insegnare niente ai miei professori.
L'insegnare non è quasi altro che assuefazione.
Insegna più una sola creatura che cento.
Tu insegni meglio ciò che più hai bisogno di imparare.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la non violenza sono antiche come le montagne.
Chi può, fa. Chi non può, insegna.
Insegnando s'impara.