La politica è l'arte d'impedire agli avversari di fare la loro.
In amore, come in politica, il tradimento è una forma di legittima difesa.
La sfortuna è il grande alibi dei falliti.
L'uomo è buono finché gli conviene.
Il radical-chic si struscia a destra, ammiccando a sinistra.
Ci si finge modesti per farsi ancor più adulare.
La storia della politica del potere non è nient'altro che la storia del crimine nazionale e internazionale e dell'assassinio di massa.
Ho fatto una fortuna criticando la politica del governo e poi la restituisco al governo sotto forma di tasse per mantenerlo in funzione.
La politica italiana si genuflette la domenica davanti alle icone della cultura, ma si guarda bene dall'impegnare se stessa e le risorse per qualcosa che, ai suoi occhi, elettoralmente non significa granché perché non influenza i grandi numeri come facevano il sindacato e i partiti organizzati.
Se sempre e comunque le macchine politiche costruite per dar corpo alla democrazia sono destinate a riprodurre rapporti oligarchici di comando-obbedienza e a generare implacabilmente nuove «aristocrazie interne», allora tanto vale affidarsi al rapporto diretto tra il Capo e la Massa.
Questa non è la destra, questo è il manganello. Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello.
Nella vita delle nazioni, di solito, l'errore di non saper cogliere l'attimo fuggente è irreparabile.
Sotto la religione e la politica l'uomo si trova a guardare tutto dal punto di vista del dovere: egli deve essere questo o quello, deve diventare questo o quello.
Stavo pensando di fare una proposta ai miei amici Repubblicani... se loro smettono di dire bugie sui Democratici noi smetteremo di dire la verità su di loro.
Non ho scelto io la politica, mi è stata imposta dalla storia.
Il bene pubblico richiede che si tradisca e che si menta e che si massacri.